La blogger leccese Tiziana Luciana Scarlino parla, all’interno di questo articolo, di intermediazione finanziaria. Si tratta di un’attività conosciuta e molto diffusa nata, per la prima volta, negli anni ’30 del ‘900, al termine di un complesso di eventi che hanno influenzato la storia. I più importanti sono: il tracollo economico della Borsa americana a Wall Street, l’inevitabile crisi del ‘29 e il declino industriale, senza dimenticare lo sviluppo  di attività di investimento, di intermediazione mobiliare ed assicurativa. Almeno agli inizi, esse erano a disposizione solo degli istituti bancari, mentre in un secondo momento sono state messe in pratica anche da soggetti autonomi, seppur esperti del settore. Sarà, però, necessario aspettare gli anni ‘70 – ’80 perché le prime società di intermediazione finanziaria conoscessero un ampio e vasto sviluppo. In particolare, scrive Tiziana Luce Scarlino, l’intermediazione finanziaria è l’attività di intermediazione tra una domanda ed un’offerta di moneta e tra una domanda ed offerta di strumenti finanziari di diversa natura.

Gli intermediari finanziari sono gli unici protagonisti di un’attività di intermediazione finanziaria, mediando tra due soggetti: le “unità in deficit”, rappresentate generalmente dalle imprese e dalla Pubblica Amministrazione, realtà che hanno necessità di risorse economiche per finanziare le proprie attività; dall’altro, le “unità in surplus”, a cui appartengono le famiglie dotate di un reddito più alto del bisogno reale, così da poterlo usare in una prospettiva di breve o lungo periodo.

Partendo dalle caratteristiche delle unità in deficit o in surplus riguardo la tipologia di titoli e dal tempo in cui si deciderà di fare uso delle risorse finanziarie (qui Tiziana Scarlino era stata chiara) si può effettuare una differenza i diversi tipi di mercati finanziari, distinguendoli in: mercati primari o secondari, in base ai titoli (azioni, obbligazioni) emessi ex novo oppure già emessi in precedenza e poi commercializzati (sottoposti a nuova vendita o acquistati in un secondo momento); mercati monetari o dei capitali, a seconda della reale disponibilità “delle unità in surplus di impiegare le proprie risorse monetarie per periodi inferiori all’anno oppure superiori”. Tiziana Luciana Scarlino ha evidenziato come l’attività di intermediazione finanziaria, con il tempo abbia goduto di un’importanza sempre maggiore, principalmente per tre motivi: Scarse o nulle informazioni disponibili nell’ambito del settore finanziario; La scarsa o mancata conoscenza e preparazione degli investitori in tema di questioni finanziarie ed investimenti, rendendoli spesso vittime di raggiri e truffe; 3. I sempre più diffusi fenomeni di disuguaglianza informativa, che hanno provocato l’impossibilità nel poter prevedere modifiche successive dei prezzi di un investimento. Questo causa una “mancanza di correlazione con i prezzi storici e trend passati, che rispecchiano una cosiddetta efficienza del mercato in forma debole” e richiama la forte necessità di ricorrere ad un’azione di intermediazione finanziaria. Ricorrendo ad un’attività di questo genere, infatti, i fornitori di fondi possono conseguire benefici di diversa natura, quali un decremento dei costi di controllo e di ricerca delle informazioni su un’impresa e sulla sulla attività, la diminuzione del rischio di liquidità e un importante decremento dei costi di transazione. L’attività di intermediazione finanziaria, ha concluso Tiziana Luciana Scarlino, è svolta da figure professionali dotate di alta preparazione in materia finanziaria, in grado di  portare avanti attività di investimento, consulenza e altre operazioni del settore. Tuttavia, scendendo nel particolare, le maggiori azioni di intermediazione finanziaria svolte sono soprattutto da banche d’investimento, dalle compagnie assicurative, dalle società di gestione del risparmio (SGR), dalle società di intermediazione mobiliare (SIM) e dai fondi pensione.

 

 

Di Grey