Di Enza Petruzziello

Le piscine sono pronte e gli atleti – dopo gli Europei di nuoto a Londra – stanno per preparare le valigie alla volta di Rio. All’interno di quelle inglesi ci saranno i nuovi costumi Adidas appositamente disegnati dalla stilista britannica Stella McCartney che, a due mesi dall’inizio delle Olimpiadi, ha presentato ufficialmente le nuove divise. Rigorosamente rosse, bianche e blu a richiamare i colori dell’Union Jack. Perché Rio 2016 non è solo sport, ma tradizione, spettacolo e moda. Sport e moda infatti ormai vanno di pari passo: se l’Italia indosserà Armani, l’Inghilterra che conta molto sui propri nuotatori vestirà la stilista figlia dell’ex Beatles Paul.

La collaborazione tra Stella McCartney e Adidas è ormai consolidata. E’ la seconda volta che la stilista viene scelta come direttore creativo delle divise olimpiche, che quest’anno ha deciso di rendere omaggio al Regno Unito realizzando non solo una collezione tutta incentrata sulla palette cromatica della bandiera iconica, ma anche imprimendo lo stemma araldico di ognuna delle nazioni che lo compone. I colori simbolo dell’Inghilterra aiuteranno a dare un senso di orgoglio nazionale a Rio, tanto che UK Sport ha previsto la Gran Bretagna potrebbe vincere ben 79 medaglie.

Tra gli atleti che sfoggeranno i nuovi costumi anche il bellissimo e giovane tuffatore Tom Daley che, nel suo micro costume con lo stemma in vista, era proprio vicino alla stilista durante la presentazione. I suoi costumi sono stati appositamente disegnati per rendere meglio la sua performance dal trampolino. Non solo una questione di stile, dunque. L’abbigliamento in discipline come il nuoto diventa fondamentale per ottenere un’eccellente performance. A tal fine, Adidas ha prodotto dei miglioramenti tecnici che daranno agli atleti di quest’anno un vantaggio sui loro predecessori del 2012. Il kit, infatti, sarà del 10% più leggero rispetto a quattro anni fa e sarà costituito da un tessuto sintetico traspirante, al fine di aiutare gli atleti ad andare ancora più veloci e più lontano. La tecnologia “Climachill” è stata impiegata per far fronte alle diverse sfide del clima brasiliano, mantenendo l’aria fredda dentro e il calore e il sudore fuori. Secondo il product manager Adidas, John Stewart, almeno sei sport tra nuoto, maratona, tennis e basket potranno beneficiare di questa tecnologia.

Il marchio tedesco di abbigliamento sportivo sa bene quanto contino i tessuti per ottenere le migliori prestazioni, come sa bene quanto sia importante investire nello sport. Basti pensare che nella classifica delle squadre che ottengono più soldi dagli sponsor tecnici, i primi 4 posti sono occupati dall’Adidas. Con i suoi 20 miliardi di fatturato, è da sempre il brand tecnico di riferimento dei grandi eventi sportivi: già nelle Olimpiadi del 1936, quando ancora non si chiamava Adidas, fornì le scarpe a Jesse Owens ed è stato il primo marchio a utilizzare la pratica di pagare atleti e squadre per farli indossare scarpe e maglie. Per il brand non significa solo visibilità, ma anche alti volumi di vendite. Per la seconda volta in meno di tre mesi ha aggiustato al rialzo le sue previsioni sugli utili per il 2016, grazie ai buoni risultati di vendite degli ultimi mesi e in vista di quelle legate agli Europei di calcio che si terranno in Francia dal 10 giugno e di cui Adidas è tra gli sponsor ufficiali. Secondo le previsioni le vendite passeranno dal 10-12 per cento previsto, al 15-18 per cento. In generale nel primo trimestre di quest’anno si è registrato un utile netto pari a 351 milioni di euro, pari a 1,71 euro ad azione, in netta crescita rispetto i 221 milioni di euro e 1,08 ad azione dello stesso periodo del 2015. I ricavi del gruppo nel trimestre sono aumentati del 17% a 4,769 miliardi di euro, miglior risultato mai registrato dalla società.

Merito di una strategia vincente che punta oltre che sulle partnership, anche sul know-how tecnologico e l’alta performance dei prodotti, come appunto nel caso dei nuovi costumi dei nuotatori britannici. Chissà magari grazie a questo vinceranno l’oro, ma di sicuro dovranno vedersela con i nostri atleti.

Di Grey